Nébida, Masua e Pan di Zucchero, un paradiso da scoprire nella costa Sud Occidentale della Sardegna.
Se non fosse per la macchia mediterranea e per il clima mite, potreste pensare di trovarvi nella regione costiera del Donegal, zona selvaggia e incontaminata d’Irlanda, ricca di faraglioni mozzafiato. Invece, ci troviamo in terra Sarda, in una delle regioni più selvagge d’Italia e ricca di impianti minerari abbandonati: la Costa di Nébida e Masua.
Nébida è un piccolo borgo ottocentesco, frazione del comune di Iglesias (da cui dista circa 15 km), situata nella costa sud occidentale della Sardegna che il navigatore e regista Jacques-Yves Cousteau definì “una delle più belle d’Europa“. La sua Costa copre una distanza di circa 20 km che va dal Comune di Portoscuso, a salire fino al Comune di Buggerru, passando per i territori di Iglesias e Gonnesa, ed è caratterizzata dalla presenza di spiagge ciottolose e sabbiose come la bellissima Cala Domestica, con acque color blu cobalto e smeraldo.
A ricordarci l’Irlanda sono proprio i cinque faraglioni, testimoni di erosioni marine: lo scoglio il Morto, lo scoglio di Portu Nebida (detto anche “il veliero”), i due faraglioni S’Agusteri davanti alla spiaggia di Portu Banda e infine, in lontananza, il maestoso e famoso Pan di Zucchero, alto 133 m e con una superficie di 3,72 ettari, traforato nelle pareti sud e nord da due grandi archi all’interno dei quali si creano fenomeni carsici con gallerie percorribili anche in barca.
Di fronte troviamo la spiaggia dell’altra piccola frazione di Iglesias, l’omonima Masua, denominata anche Il Molo per la presenza, a nord, di un vecchio molo in cemento che ora viene utilizzato come trampolino per i tuffi. L’arenile è caratterizzato da una forma a mezzaluna con il fondale di sottile sabbia mista a ghiaia e scogli sparsi. Alle spalle si estende il complesso minerario di Masua di cui sono visibili “Porto Flavia” e il “Museo delle macchine da miniera“. Il primo prende il nome della figlia dell’ingegnere Cesare Vecelli che lo progettò. Si tratta di un edificio di servizio alle miniere particolarmente suggestivo, sospeso tra mare e cielo, costruito tra il 1922 e il 1924 nella roccia calcarea per facilitare il trasporto del minerale da caricare direttamente sulle navi tramite un pontile a sbalzo.
Il Museo delle macchine da miniera, invece, si compone di circa una settantina di grandi macchinari utilizzati durante le attività minerarie oltre che diverse attrezzature e utensili: il piccone, i martelli pneumatici, i carrelli, le pale meccaniche, i vagoni per il trasporto dei minerali e dei minatori.
Entrambi sono visitabili prenotando le guide dell’IGEA Spa che vi accompagneranno attraverso i percorsi della memoria, svelandovi tutti i segreti e le storie dei minatori e di questi luoghi.
Per gli appassionati di sport la Costa di Nébida e Masua offre una varietà di attività da svolgere. Grazie alle meravigliose falesie che cadono a picco sul mare, si può praticare il free-climbing. La presenza di innumerevoli grotte che si aprono sulle pareti calcaree e scistose a picco sul mare come la Grotta Azzurra, quella dei Contrabbandieri, delle Spigole, dei Pipistrelli e la Grotta di Canalgrande, permette di fare escursioni speleologiche e trekking, accompagnate da percorsi con il kayak o con la barca a vela.
Ecco alcune indicazioni stradali utili per raggiungere questa costa meravigliosa. Arrivati ad Iglesias dalla SS130, procedete per la SS126 in direzione Carbonia-Sant’Antioco. Dopo aver percorso circa 6 km, girate al bivio per Nebida e prendete la SP83. Proseguendo si raggiunge anche Masua, la sua spiaggia e il suo complesso minerario. Le indicazioni non sono ben segnalate ma a farvi da guida sarà proprio l’imponente Pan di Zucchero.
di Francesca Libera Cocco
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